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Aforismi: Platone Citazioni Famose

Citazioni Famose "Platone" - Aforismi

Accade invece che, quando ci si trovi in disaccordo su qualche punto, e quando l’uno non riconosca che l’altro parli bene e con chiarezza, ci si infuria, e ciascuno pensa che l’altro parli per invidia nei propri confronti, facendo a gara per avere la meglio e rinunciando alla ricerca sull’argomento proposto nella discussione.

Al tocco dell’amore, tutti diventano poeti.

Alla fine tutte le cose non devono forse essere inghiottite dalla morte?

Apposta noi ci procuriamo amici e figli! perché quando noi, divenuti più vecchi, cadiamo in errore, voi che siete più giovani, al nostro fianco, raddrizziate la nostra vita nelle opere e nelle parole.

Capii ben presto che i poeti componevano le loro opere non facendo uso del cervello ma per una certa disposizione naturale, per una sorta di ispirazione, come gli indovini e i profeti. Anche costoro, infatti, dicono molte e belle cose, ma senza rendersene conto.

Certo sono più sapiente io di quest’uomo, anche se poi, probabilmente, tutti e due non sappiamo proprio un bel niente; soltanto che lui crede di sapere e non sa nulla, mentre io, se non so niente, ne sono per lo meno convinto, perciò, un tantino di più ne so di costui, non fosse altro per il fatto che ciò che non so, nemmeno credo di saperlo.

Chi commette un’ingiustizia è sempre più infelice di quello che la subisce.

Chi è quell’uomo che potrebbe credere che esistono i figli degli dei e non esistono gli dei?

Chi sa propriamente definire e dividere deve essere considerato un dio.

Chissà se ciò che è chiamato morire è vivere, oppure se vivere è morire.

Col credere che si debba far ricerca delle cose che non si sanno, diventiamo migliori, più forti e meno inetti, che non se credessimo che sia impossibile trovare ciò che non sappiamo.

Così è anche per le virtù: anche se sono molteplici e di diversi tipi, tutte hanno una unica e identica forma, a causa della quale esse sono virtù, e verso la quale è bene che guardi colui che deve rispondere a chi domanda di spiegare che cosa mai sia la virtù.

D’altro canto, nemmeno gli ignoranti amano la sapienza, né desiderano diventare sapienti. Proprio in questo, difatti, l’ignoranza è insopportabile, nel credere da parte di chi non è né bello né eccellente, e neppure saggio, di essere adeguatamente dotato. Chi non ritiene di essere privo, dunque, non desidera ciò di cui non crede di aver bisogno.

Dai potenti vengono gli uomini più malvagi.

Dev’essere stato un uomo saggio ad inventare la birra.

Di fronte a tali episodi, a uomini siffatti che si occupavano di politica, a tali leggi e costumi, quanto più, col passare degli anni, riflettevo, tanto più mi sembrava difficile dedicarmi alla politica mantenendomi onesto.

Difficilmente ho mai incontrato un matematico in grado di ragionare.

Dimmi, o Socrate, non ti vergogni, alla tua età, di andare a caccia di parole, e, quando uno si sbagli di una parola, di credere di aver trovato in questo una fortuna inaspettata?

Dio geometrizza sempre.

Dopo di ciò, la mia vita e quella di Dionigi si svolgevano più o meno così: io lì a guardar fuori, come un uccello che aspetta solo di spiccare il volo, lui lì a tentarle tutte per tenermi tranquillo, senza però nulla voler restituire delle cose di Dione. Agli occhi di tutta la Sicilia, però, ci professavamo amici.

E come un soffio di vento o un’eco, rimbalzando da superfici levigate e solide, viene rinviata al punto di emissione, così il flusso della bellezza, arrivando nuovamente al bell’amato attraverso gli occhi, che sono la via naturale per arrivare all’anima, come vi è giunto e l’ha eccitata al volo, irrora i condotti delle ali, stimola il formarsi delle ali e colma d’amore l’anima, a sua volta, dell’amato.

È opportuno che il malvagio venga punito, quanto lo è che il medico curi l’ammalato: ogni castigo, infatti, è una sorta di medicina. ·Di tutte le bestie selvagge, la più difficile da trattare. ·Ogni re deriva da una stirpe di schiavi ed ogni schiavo ha dei re tra i suoi antenati.

E questo perché tu, o Socrate, mentre sostieni di cercare la verità, in realtà porti gli altri a fare affermazioni di questo genere, grossolane e volgari, che non sono belle rispetto alla natura, ma rispetto alla legge. E queste, vale a dire la natura e la legge, sono nella maggior parte dei casi opposte. Dunque, quando uno si vergogna e non osa dire le cose che pensa, finisce necessariamente per contraddirsi.

Educa i ragazzi col gioco, così riuscirai meglio a scoprire l’inclinazione naturale.

Far del male non è per nulla diverso dall’essere ingiusti.

Gli uomini condannano l’ingiustizia perché temono di poterne essere vittime, non perché aborrano di commetterla.

Hai torto, amico, se pensi che un uomo di qualche merito debba star lì a calcolare il rischio di vita e di morte, invece di pensare se ciò che fa è giusto o ingiusto e se si è comportato da uomo onesto o malvagio.

Ho sognato una donna, bella e avvenente, tutta vestita di bianco, che mi si è avvicinata e mi ha detto: Socrate, fra tre giorni, tu sarai nei felici campi di Ftia.

I felici sono felici per il possesso della giustizia e della temperanza e gli infelici, infelici per il possesso della cattiveria.

Il bello è lo splendore del vero.

Il buon giudice non deve essere giovane, ma anziano, uno che ha appreso tardi che cosa è l’ingiustizia, senza averla sentita come personale e insita nella sua anima; ma per averla studiata, come una qualità altrui, nelle anime altrui. (da La repubblica)

Il filosofo è difficile a scorgersi proprio per la luce della regione che abita: egli procede, infatti, attraverso ragionamento sempre guidato dall’idea dell’essere. È naturale che gli occhi della moltitudine, rivolti a questa divina regione, non riescano a reggere.

Il filosofo non tiene affatto conto di tutto ciò che vale poco o niente e guida il suo volo dappertutto, come dice Pindaro: «Sondando gli abissi della terra, e misurandone le superfici, seguendo il cammino degli astri nelle profondità del cieli e, di ciascuna realtà, scrutando la natura nel suo dettaglio e nel suo insieme senza mai lasciarsi irretire da ciò che è immediatamente vicino»

Il pensare è l’anima che parla a se stessa.

Il primo dovere di chi dà consigli a un uomo infermo che segue una dieta nociva alla salute è quello di cambiar sistema di vita; le altre indicazioni verranno solo se egli accetta con convinzione queste disposizioni. Se, invece, non vuole lasciarsi convincere, un vero uomo e un medico che io possa stimare tali rifuggiranno dal dargli altri consigli, perché chi continuasse a fare ciò sarebbe tutto l’opposto di un vero uomo e di un esperto di medicina. Lo stesso vale anche per lo Stato, sia quello in cui uno solo ha il potere, sia quello dove molti comandano.

Il retore e la retorica si trovano in questa posizione rispetto a tutte le altre arti: non c’è alcun bisogno che sappia come stiano le cose in sé, ma occorre solo che trovi qualche congegno di persuasione, in modo da dare l’impressione, a gente che non sa, di saperne di più di coloro che sanno.

Il simile è amico al simile: che, cioè, il solo buono è amico al solo buono, mentre il cattivo non contrae mai una vera amicizia né col buono né col cattivo.

Il testo delle leggi, e anche i costumi andavano progressivamente corrompendosi ad un ritmo impressionante, a tal punto che uno come me, all’inizio pieno di entusiasmo per l’impegno nella politica, ora, guardando ad essa e vedendola completamente allo sbando, alla fine fu preso da vertigini.

Io non preferirei né l’uno né l’altro; ma, se fosse necessario o commettere ingiustizia o subirla, sceglierei il subire ingiustizia piuttosto che il commetterla.

L’amore è una grave malattia mentale.

L’Amore, che non osa dire il suo nome in questo secolo, è il grande affetto di un uomo anziano nei confronti di un giovane, lo stesso che esisteva tra Davide e Gionata, e che Platone mise alla base stessa della sua filosofia, lo stesso che si può trovare nei sonetti di Michelangelo e di Shakespeare. . . Non c’è nulla di innaturale in ciò.

L’anima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condizione e, non sapendo che fare, smania e fuor di sé non trova sonno di notte né riposo di giorno, ma corre, anela là dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza.

L’anima non porta niente con sé nell’altro mondo tranne la propria educazione e cultura; e questo si dice che sia il più grande servizio oppure il torto più grande che si possa fare ad un uomo morto, proprio all’inizio del suo viaggio.

L’anima di un uomo è immortale e incorruttibile.

L’anima dell’ uomo è immortale, e che talora termina la vita terrena ? ciò che si chiama morire ? , e talora di nuovo rinasce, ma che non perisce mai: per questa ragione, bisogna vivere la vita nel modo più santo possibile.

L’aritmetica ha un grande potere nell’elevare la mente costringendola a ragionare intorno a numeri astratti.

L’astronomia costringe l’anima a guardare oltre e ci conduce da un mondo ad un altro.

L’esercizio fisico, anche quando è imposto, non fa nessun male al corpo, ma la conoscenza acquisita per forza non ha presa sulla mente.

L’importante non è vivere, ma vivere bene.

L’inizio è la parte più importante di un lavoro.

L’inizio è la metà di tutto.

L’uomo è un prigioniero che non può aprire la porta della sua prigione e scappare. . . deve aspettare; e non è libero di gestire la sua vita finché Dio non lo chiama.

L’uomo intelligente non fa mai affidamento sulle affinità psicologiche e fisiche.

L’uomo è un bipede implume.

La democrazia è una forma piacevolissima di governo, piena di varietà e di disordine, e dispensa una sorta d’eguaglianza agli eguali come agli ineguali.

La democrazia trapassa in nepotismo.

La direzione nella quale l’educazione di un uomo lo avvia, determinerà la sua vita futura.

La filosofia è la musica più grande.

La libertà consiste nell’essere padrone della propria vita e nel fare poco conto delle ricchezze.

La morte, come mi sembra, altro non è che la separazione di due cose, l’anima e il corpo, l’una dall’altra.La musica fa bene al cuore e all’anima.

La necessità è madre dell’invenzione

La pena che i buoni devono scontare per l’indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi.

La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia.

La punizione del saggio che rifiuta di prendere parte al governo è vivere sotto il governo di uomini peggiori di lui.

La scoperta della scrittura avrà l’effetto di produrre la dimenticanza nelle anime che l’impareranno, perché, fidandosi della scrittura, queste si abitueranno a ricordare dal di fuori mediante segni estranei, e non dal di dentro e da sé medesime.

La scienza non è altro che percezione.

La tirannia non è una buona soluzione, né per chi la subisce, né per i suoi figli né per i suoi discendenti; essa piuttosto, è di per sé un fatto negativo. In effetti, solo gente dalla mente ristretta e servile, che vive e vivrà nell’ignoranza di ciò che è giusto e buono nei confronti degli uomini e degli dei potrebbe godere di guadagni ammassati illegalmente.

La verità non si confuta mai.

Le parole false non sono solo male in se stesse, ma infettano l’anima con il male.

Ma badate bene, cittadini, che non sia questa la cosa più difficile, ossia sfuggire alla morte, ma che molto più difficile sia sfuggire alla malvagità. Infatti, la malvagità corre molto più veloce della morte.

Magari, Critone, fosse capace di fare il male, perché, allora, sarebbe capace, anche di fare il bene. E questa sarebbe una gran bella cosa. Invece non è capace di fare né l’uno né l’altro, non ti fa diventare né saggio né stolto, ma agisce, così, a casaccio.

Mai temerò e fuggirò quelle cose che io non so se siano buone, per altre che, invece, so e riconosco cattive.

Mi pare proprio che tu, oltretutto, non compia una cosa giusta lasciandoti andare, mentre potresti salvarti, perché, in fondo, ti adoperi a far quello che vorrebbero i tuoi nemici, anzi, che hanno già ottenuto, volendoti morto. E, in più, mi sembra che tu tradisca anche i tuoi figli che potresti allevare e educare e che, invece, abbandoni e che, per quanto dipende da te, vivranno in balia del destino, come degli orfani.

Mi resi conto, allora, che in breve tempo questi individui riuscirono a far sembrare l’età dell’oro il periodo precedente, e fra le altre scelleratezze di cui furono responsabili, mandarono, insieme ad altri, il vecchio amico Socrate ? una persona che non ho dubbi a definire l’uomo più giusto di allora ? a rapire con la forza un certo cittadino al fine di sopprimerlo. E fecero questo con l’intenzione di coinvolgerlo con le buone o con le cattive nelle loro losche imprese. Ma Socrate si guardò bene dall’obbedire, deciso ad esporsi a tutti i rischi, pur di non farsi complimenti delle loro malefatte.

Mi sarei vergognato moltissimo se mi fossi scoperto un uomo buono solo di parlare e incapace di tradurre in atto le proprie idee.

Mi sembra che le cose che avete detto [Parmenide e Zenone] siano dette per superare l’intelligenza di noi altri.

Né c’è legge che possa assicurare la pace ad uno Stato i cui cittadini si credono in dovere di dilapidare ogni sostanza in spese pazze, e stimando quasi un obbligo l’ozio, interrotto solamente da banchetti, libagioni e piaceri d’amore. È evidente che tali città siano coinvolte in una continua sequela di tirannidi, oligarchie, democrazie, i cui capi non vorranno neppure sentir parlare di una costituzione giusta ed equilibrata.

Nessuno sa cosa sia la morte e se essa non sia il maggiore di tutti i beni; e invece gli uomini ne hanno paura, come se sapessero bene che essa è il più grande dei mali.

Nessun uomo è nato per essere immortale, né, se lo divenisse, sarebbe per questo felice, anche se molti pensano il contrario.

Nessuno, dinanzi alla giustizia o al nemico deve star lì a escogitare i mezzi per sfuggire, a tutti i costi, alla morte.

Nessun uomo riuscirà a salvarsi qualora vorrà opporsi lealmente a voi o al popolo e impedire che nella sua patria avvengano ingiustizie e illegalità.

Non bisogna invidiare chi non è degno di essere invidiato né gli sciagurati, ma averne piuttosto compassione.

Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti.

Non dalla ricchezza nasce la virtù, ma che dalla virtù deriva, piuttosto, ogni ricchezza e ogni bene, per l’individuo come per gli stati.

Non è degno del nome dell’uomo colui che non sa che la diagonale di un quadrato è incommensurabile con il suo lato.

Non inducete i ragazzi ad apprendere con la violenza e la severità, ma guidateli invece per mezzo di ciò che li diverte.

Non si possono concepire i molti senza l’uno.

Non vi sarà fine ai mali dello Stato, né anzi dell’umanità stessa, sinché i filosofi non diventeranno re di questo mondo, o sinché coloro che noi chiamiamo re e governanti non siano diventati veri filosofi.

Nulla è più inutile, per un uomo saggio, nulla dovrebbe infastidirlo maggiormente del dedicare ad inezie e a questioni inutili più tempo di quanto ne meritino.

Ogni re deriva da una stirpe di schiavi ed ogni schiavo ha dei re tra i suoi antenati.

Oligarchia: un governo basato sul valore della proprietà, nel quale i ricchi detengono il potere e i poveri ne sono privati.

Passare per uno che tiene più al denaro che agli amici: cosa mi potrebbe capitare di peggio?

Per il bene degli Stati sarebbe necessario che i filosofi fossero re o che i re fossero filosofi.

Per natura, all’opinione piace opinare.

Per quel che ora ne penso, sta pur certo che, se tu non tenterai di persuadermi del contrario, la tua sarà fatica sprecata. Tuttavia, parla pure se credi di poter riuscire in qualcosa.

Percorrevo la strada esterna alle mura, sotto le mura stesse, dall’Accademia direttamente al Liceo. Quando fui all’altezza della porticella dove si trovava la fontana di Panopo, lì incontrai Ippotale, figlio di Ieronimo, Ctesippo del demo di Peania e altri giovani fermi in gruppo insieme a costoro. Ippotale, appena mi vide avvicinarmi, disse: "Socrate, dove vai e da dove vieni? " "Dall’Accademia vado direttamente al Liceo", risposi io. "Ma vieni qui, direttamente da noi. Perché non cambi strada? Ne vale la pena"~ disse egli. "Dove mi inviti e da chi di voi? ", domandai io. "Qui", rispose, mostrandomi un recinto davanti al muro e una porta aperta: "qui passiamo il tempo noi e molti altri bei giovani". "Cos’è questo luogo e come passate il tempo? " "è una palestra costruita da poco. Per lo più passiamo il tempo in discussioni, di cui ti renderemmo volentieri partecipe", rispose.

Platone mi è caro, ma la verità mi è ancora più cara.

Poiché, dunque, è figlio di Poro e di Penìa, ad Amore è toccata la sorte seguente. In primo luogo è sempre povero e ben lontano dall’essere delicato e bello, come credono i più, anzi è duro e lercio e scalzo e senza tetto, abituato a coricarsi in terra e senza coperte, dormendo all’aperto sulle porte e per le strade e, avendo la natura di sua madre, è sempre di casa col bisogno. Per parte di padre, invece, è insidiatore dei belli e dei buoni, coraggioso, audace e teso, cacciatore terribile, sempre a tramare stratagemmi, avido di intelligenza e ingegnoso, dedito a filosofare per tutta la vita, terribile stregone, fattucchiere e sofista. E per natura non è né immortale né mortale, ma ora fiorisce e vive nello stesso giorno, quando gli va in porto, ora invece muore e poi rinasce nuovamente in virtù della natura del padre. E infatti l’oggetto dell’amore è ciò che è realmente bello, grazioso, perfetto e invidiabilmente beato, mentre l’amante ha un altro aspetto, quale quello che ho esposto.

Poiché dunque il pensiero di un dio si nutre di intelletto e di scienza pura, anche quello di ogni anima che abbia a cuore di accogliere quanto le si addice, quando col tempo abbia scorto l’essere, ne gioisce e, contemplando la verità, se ne nutre e si trova in buona condizione, finché la rotazione circolare non riconduca allo stesso punto. Durante l’evoluzione esso vede la giustizia in sé, vede la saggezza, vede la scienza, non quella alla quale è connesso il divenire, né quella che è diversa perché è nei diversi oggetti che noi ora chiamiamo enti, ma quella che è realmente scienza nell’oggetto che è realmente essere. E dopo aver contemplato allo stesso modo le altre entità reali ed essersene saziata, si immerge nuovamente nell’interno del cielo e torna a casa. E una volta arrivata, l’auriga, arrestati i cavalli davanti alla mangiatoia, li foraggia di ambrosia e dopo questa li abbevera di nettare.

Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.

Quando vedo un uomo già avanti negli anni che ancora coltivi la filosofia e non sappia separarsene, mi sembra, o Socrate, che costui abbia bisogno di essere preso a botte.

Quando un uomo è audace senza senno ne riceve danno, quando invece con senno ne trae vantaggio.

Quando avremo in questo modo fatto pratica di virtù insieme, allora, se ci sembrerà utile, ci dedicheremo alle faccende politiche; o qualunque cosa ci parrà opportuna, allora prenderemo decisioni, perché saremo più capaci di prendere decisioni di quanto non lo siamo ora. Infatti è brutto che, nelle condizioni in cui è evidente che noi ora ci troviamo, ci comportiamo con baldanza, convinti di valere qualcosa, noi che non abbiamo mai la medesima opinione sulle medesime questioni, e questo proprio sulle questioni più importanti: a tal punto di ignoranza siamo giunti! E così, allora, prendiamo come guida il ragionamento che ora ci si è rivelato, il quale ci fa vedere che questo è il modo migliore di vivere, vale a dire vivere e morire coltivando la giustizia e ogni altra virtù. Seguiamo, dunque, questo modo di vivere, e invitiamo anche gli altri a seguirlo, e non quello a cui tu, fidandoti di esso, mi inviti, perché, o Callicle, non vale nulla.

Queste, allora, saranno alcune delle caratteristiche della democrazia. . . essa sarà, con tutta probabilità, una comunità piacevole, senza legge, variegata, che tratta tutti allo stesso modo in un rapporto di uguaglianza, che essi siano veramente uguali oppure no.

Rimangono ancora tre tipi di studio adatti per l’uomo libero. L’aritmetica è uno di essi.

Sarò di certo con voi se, provando bisogno di reciproca amicizia, cercherete di fare qualcosa di buono; ma finché siete a desiderare il male, chiamate in aiuto qualcun altro.

Se la morte è assenza totale di sensazioni, come se si dormisse un sonno senza sogni, oh, essa sarebbe un guadagno meraviglioso.

Se la natura non avesse voluto donne e schiavi, avrebbe dato alle spole la qualità di filare da sole.

Se noi, prestando orecchio a quelli che non se ne intendono, roviniamo ciò che diventa migliore attraverso un sano esercizio e va, invece, in malora con pratiche dannose, che ne sarà della nostra vita?

Se uno fa una cosa per un fine, non vuole la cosa che fa, bensì la cosa per cui fa quello che fa.

Senza uomini devoti e amici fidati non era possibile combinare nulla e d’altra parte non era per niente facile trovarne di disponibili, dato che ormai il nostro stato non era più retto secondo i costumi e il modo di vivere dei padri ed era impossibile acquisirne di nuovi nell’immediato.

Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco, che in un anno di conversazione.

Siamo legati ai nostri corpi come un’ostrica alla conchiglia.

Solo i morti hanno visto la fine della guerra.

Sono tre le arti connesse a tutte le cose: una che usa, un’altra che fa, e una terza che imita le prime due.

Spesso, ormai, mi sono recato con mio fratello e con altri medici da qualche ammalato che non voleva bere medicine o mettersi in mano al medico lasciando che questi praticasse tagli o cauterizzazioni, e, mentre il medico non riusciva a persuaderlo, io lo persuasi con non altra arte che la retorica. Sostengo, anzi, che, se un retore e un medico arrivassero in una città qualsiasi, e se si trovassero a dover competere a parole nell’assemblea o in un’altra pubblica adunanza su quale dei due vada scelto come medico, il medico non avrebbe alcuna possibilità di uscirne vincitore, ma la scelta cadrebbe su quello capace di parlare, ammesso che costui lo volesse. E se si trovasse a competere con qualsiasi altro specialista, il retore saprebbe persuadere a scegliere sé piuttosto che chiunque altro. Non c’è infatti argomento di cui il retore, di fronte alla folla, non sappia parlare in modo più persuasivo di qualsiasi altro specialista.

Tutti diventano poeti quando sono innamorati.

Tutti quanti gli uomini sono buoni nella stessa maniera: infatti, diventano buoni, venendo in possesso delle medesime cose.

Una vita senza ricerca non è degna per l’uomo di essere vissuta.

Uno ha imparato il pugilato, il pancrazio e la lotta con le armi in modo da essere più forte degli amici come dei nemici, non per questo egli deve percuotere gli amici, né ferirli né ucciderli.

Vada come sta a cuore al dio. Alla legge si obbedisce. Difendersi si deve.

Volesse il cielo che gli stolti e i dappoco fossero capaci dei più piccoli mali; purtroppo invece sono capaci anche dei più grandi.

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